La Marina: i palazzi, le famiglie, le strade , le chiese_di Antonello Angioni
Da diversi anni la città di Cagliari è diventata laboratorio di idee e teatro di iniziative volte al recupero degli antichi quartieri che sono stati gradualmente liberati dall’incuria e dal degrado e restituiti alla vita operosa della comunità. Dopo anni di abbandono, le strade sono state dotate dei sottoservizi e delle nuove pavimentazioni e l’illuminazione è stata rifatta. Inoltre, diverse chiese hanno costituito oggetto di interventi di valorizzazione; molti edifici pubblici e palazzi privati sono stati restaurati; le attività economiche – pur piegate del vento della crisi – sono riprese e il quartiere ha recuperato, sia pure sotto forme in parte nuove, la sua plurisecolare vocazione commerciale.
In tale ambito, lo studio delle strutture storiche, delle vicende urbanistiche ed economiche e delle architetture della città antica costituisce sempre più la base della conoscenza scientifica indispensabile a dare adeguato supporto alle molteplici iniziative e, al tempo stesso, consente di interpretare il presente e progettare il futuro della comunità. Del resto, il volto che il centro storico presenta oggi altro non è che il risultato delle complesse e talvolta non lineari vicende che, nel corso dei secoli, ne hanno accompagnato la lunga e travagliata evoluzione.
Con questo spirito ho proceduto all’esame ed all’analisi comparata della documentazione cartografica, iconografica e archivistica a disposizione sul quartiere della Marina, integrando, ove possibile, gli elementi storici e artistici con i dati archeologici. La storia del quartiere è stata scandagliata anche alla luce dei più recenti ed importanti studi che hanno consentito la ricostruzione delle vicende che segnano il graduale passaggio dal piccolo borgo mercantile di età giudicale, attivo intorno allo scalo cagliaritano, al quartiere murato della città pisana.
Da tale periodo il quartiere portuale e commerciale ha costituito momento d’incontro (sia come punto di partenza che di arrivo) fra persone di diverse nazionalità ed estrazioni sociali e luogo in cui si sono intrecciati interessi ed attività di ogni genere. Mentre il Castello rappresentava il centro del potere politico, militare, burocratico e religioso, la Marina era la zona nevralgica dei traffici marittimi, dove l’elemento indigeno conviveva con una realtà multietnica, praticamente inesistente negli altri “quartieri”.
Dopo la presa della città (1323-26), i catalanoaragonesi progettarono e realizzarono una precisa pianificazione del quartiere portuale sovrapponendo il loro disegno urbanistico alle strutture insediative e viarie di epoca pisana. L’attuale fisionomia della Marina rispecchia, nella sostanza, l’antico impianto pisano con le notevoli varianti introdotte, nell’arco di quattro secoli, dall’elemento iberico. Da allora, attraverso un lento ma continuo succedersi di interventi, il quartiere ha meglio definito la propria fisionomia ed ha espresso la sua peculiare identità che oggi è possibile cogliere anche nelle sistemazioni della via Roma e sul fronte mare attuate, tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del secolo successivo, sotto l’intraprendente guida del sindaco Bacaredda.
Sul quartiere della Marina, soprattutto a partire dalla fine del Novecento, si è scritto molto su riviste e opere di carattere scientifico. Tanta “letteratura”, tuttavia, è rimasta troppo spesso circoscritta agli addetti ai lavori delle Università e delle Sovrintendenze e non ha fornito significativi apporti alla crescita delle conoscenze da parte della collettività.
In parallelo al fiorire delle ricerche e degli studi destinati all’ambiente accademico ed agli specialisti delle diverse discipline (archeologia, arte, architettura, urbanistica, ecc.), non sono mancate le pubblicazioni di carattere divulgativo, per lo più legate alla “memoria” dei luoghi, generalmente ripetitive negli argomenti e talvolta erronee nei contenuti.
Resta il fatto che la ricerca dell’anima che ha alimentato e tuttora caratterizza, con inesauribile continuità, la vita del quartiere della Marina non può essere disgiunta da un approccio in linea con le più recenti acquisizioni da parte della comunità scientifica. Con questo spirito ho curato la presente pubblicazione che si propone di offrire al lettore un taglio divulgativo nel rispetto della correttezza dei contenuti.
Non penso che lo sforzo sia stato inutile, perché la ricostruzione delle vicende di questo antico ed operoso quartiere presenta notevole interesse non solo per l’amministratore pubblico e lo studioso dei fatti economici e sociali, ma anche per il cittadino desideroso di conoscere le vicende del passato e i valori della tradizione civile e politica per essere sempre più protagonista del proprio destino.
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