La genialità di Vicoli romanza il dramma del Prater_di Massimiliano Morelli
Puoi essere stanco, puoi avere le gambe molli e due di pressione, ma un libro come quello di Maurizio Vicoli lo leggeresti in qualsiasi condizione, con qualsiasi atmosfera e, soprattutto, in ogni momento della giornata. “Azzoppate Gigi Riva! Operazione Prater” è una storia vera trasformata in romanzo, un capolavoro per chi ama gli anni Settanta ma soprattutto per chi, scavalcati gli “anta”, ancora considera Gigi Riva come il calciatore italiano più forte di ogni epoca.
L’idea dell’autore abruzzese, classe 1964, è a dir poco geniale. Si comincia dalla partita del secolo, Italia-Germania 4-3, e da qui, dal fatto di cronaca, si entra nel viaggio fantastico di Vicoli, che immagina e descrive un’organizzazione neo-nazista pronta a vendicare la sfida dell’Azteca. E il SSEHO, questo il nome della banda dei panzer rivoluzionarii, vede in Norbert Hof, terzino della nazionale austriaca, l’uomo in grado di indossare i panni del boia del Prater.
Il gruppo neonazista per convincerlo ad azzannare i garretti di Rombo di tuono gli uccide perfino tre parenti; e determinante diventa la presenza nel romanzo del commissario sardo Efisio Melis, che nel corso del lavoro necessario per tentare di scongiurare l’azzoppamento di Riva, sbarca in Germania, fino al Castello di Wewelsburg dove Heinrich Himmler svolgeva i suoi riti esoterici per riportare i tedeschi alla loro antica purezza di sangue. Andare avanti significherebbe spoilerare il libro, e quindi qui chiudo il sipario di questa recensione, rammentando che il volume, edito “Giorgio Ariu Editore” ha il suo calcio d’inizio con la prefazione di Nando Mura.