Novembre 24, 2024

Castelsardo, il grido d’allarme di uno dei borghi più belli d’Italia_di Fabio Salis

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Valeria Sini, assessore al Turismo del Comune di Castelsardo

Su un promontorio dell’Anglona, al centro del golfo dell’Asinara, sorge il borgo di Castelsardo, che già da diversi anni fa ufficialmente parte dell’esclusivo Club dei borghi più belli d’Italia.
La crisi economica dovuta alla pandemia, e alle conseguenti misure restrittive, sta mettendo in grande difficoltà le attività in tutta la nostra isola e anche nel territorio castellanese, in cui l’economia locale si regge per gran parte sul turismo. Il borgo si ritrova al momento fermo al palo, proprio nel periodo in cui incominciano ad arrivare le prenotazioni per la stagione turistica da parte della clientela, composta in buonissima parte da stranieri.


Da queste parti storia, religione, artigianato e natura si fondono in un connubio unico, accattivante e vincente che rendono da sempre Castelsardo una delle mete preferite dai turisti italiani e stranieri che scelgono di visitare la nostra isola, non solo in estate.
Tra l’altro è notizia recente la candidatura della Roccia d’Elefante, situata nella strada tra il paese e Sedini, a patrimonio dell’Unesco.
Fondato dai genovesi, il borgo ha subito nel corso della storia le conquiste degli aragonesi e degli spagnoli e ha il suo nucleo originario attorno al castello dei Doria, sede del museo dell’intreccio mediterraneo, da cui si può ammirare il suggestivo panorama della costa.

Passeggiando per le stradine pittoresche del centro storico, teatro ogni anno dei riti religiosi della Settimana Santa, si può notare che tutti gli edifici storici originari sono rimasti intatti. In particolare risaltano le case colorate, nonché i negozietti e le botteghe dei vicoli, dove si possono acquistare i manufatti dell’artigianato locale, tra cui i famosi cestini di palma nana.
Castelsardo è anche in grado di entusiasmare tutti gli amanti della natura e del mare grazie a numerose spiagge, fra cui quella dall’arenile di sabbia fine della frazione di “Lu Bagnu” e quella cittadina della Marina, dove risalta il contrasto tra le rocce scure, la sabbia chiara e il forte azzurro delle acque ed è una meta interessante per chi pratica immersioni e snorkeling. Punta La Capra rappresenta invece una vera e propria attrazione per gli appassionati di vela e windsurf.


I sapori del mare si ritrovano anche sulle tavole dei ristoranti del paese. Le specialità del paese sono soprattutto l’aragosta e la zuppa alla Castellanense, ma sono molto richiesti dai clienti anche l’astice, i frutti di mare e i ricci. Proprio il settore della ristorazione è uno di quelli maggiormente colpiti dalle chiusure e, a tal proposito, abbiamo sentito Giampaolo Tugulu, il titolare del ristorante “La guardiola” ubicato nella centralissima Piazza Bastione: “la stagione turistica rischia di essere seriamente compromessa. Contrariamente allo stesso periodo dello scorso anno in cui sapevamo di dover ripartire, ora non ci sono certezze. Da ottobre ci siamo praticamente fermati, prima per salvare il Natale e il Capodanno e poi la Pasqua.

La zona rossa ci sta precludendo la stagione estiva, visto che gli hotel e i ristoratori non possono aspettare l’ultimo minuto per programmare. Stiamo già avendo delle disdette. L’altro giorno alcuni motociclisti tedeschi che vengono ogni estate a pranzo hanno deciso di disdire la prenotazione. Troviamo assurde queste chiusure, perché i ristoranti sono dei luoghi sicuri in cui controlliamo che vengano rispettate le norme della sanificazione, dell’igienizzazione delle mani e delle distanze, a discapito del numero dei posti. I nostri clienti si sono dimostrati sempre educati e tra l’altro abbiamo sempre avuto ampio spazio nella terrazza. Anche la decisione di confermare il coprifuoco alle 22 andrebbe rivista, perché a quell’ora in estate la gente sta andando via dal mare. Per non parlare del fatto che chi non avrà posti all’aperto sarà costretto a chiudere”.


Il settore Horeca rappresenta più del 10% del PIL italiano e attorno ad esso ruotano numerose attività e lavoratori: “con tutte queste misure stanno mettendo in grandissima difficoltà il nostro settore. Addirittura gli Stati Uniti hanno inserito l’Italia nell’elenco dei paesi verso cui è sconsigliato viaggiare e loro hanno una valenza di circa il 30% del turismo nel nostro paese. Questo rischia di andare a vantaggio di Grecia e Spagna, dove sicuramente quest’estate andranno molti italiani. I centri turistici, come Castelsardo, non se lo possono permettere, perché questo mortificherà migliaia di famiglie e le manderà al tappeto.

Non possiamo programmare nulla e non sappiamo come muoverci con i nostri collaboratori e il personale. Avevo assunto dei ragazzi, ma ora alcuni hanno rinunciato e partiranno in Inghilterra, accentuando il problema dei giovani sardi che migrano in cerca di un futuro. Noi non vogliamo i ristori, anche perché non sono sufficienti nemmeno per pagare le tasse. Vogliamo solo lavorare”.


Il buon mangiare, l’accoglienza e l’ospitalità sono da sempre i valori dei piccoli borghi e a questo proposito Tugulu sottolinea: “questi principi sono stati mortificati. La Regione Sardegna dovrebbe prendere delle iniziative e farsi sentire ai tavoli istituzionali. Ci vuole più coraggio. La salute è senza dubbio ciò che è più importante, ma non si può non tenere conto dell’economia.”


Anche l’assessora al turismo, alla cultura e agli eventi del comune, Valeria Sini ha sottolineato l’impossibilità da parte degli operatori di poter programmare la stagione estiva e il senso di incertezza per l’immediato futuro: “da noi solitamente la stagione lavorativa per tutti gli operatori turistici inizia con la Settimana Santa. Purtroppo la situazione attuale sta creando delle gravi ripercussioni, in quanto non solo noi, ma a vivere principalmente di turismo è la Sardegna intera. Dopo la scorsa annata molto incerta, i nostri operatori riponevano molta fiducia nella stagione 2021 che avrebbe potuto essere quella della ripresa, ma invece rischia di non esserlo, nonostante abbiano adottato tutte le misure in termini di distanziamento proprio per adattarsi al covid, sostenendo degli ingenti investimenti. Noi come istituzioni chiediamo più sussidi non solo per strutture ricettive, bar e ristoranti, ma anche per le attività che ruotano attorno al turismo, come negozi di abbigliamento, gioiellerie, profumerie”.


L’Amministrazione Comunale di Castelsardo sta provando a reagire davanti alla situazione e non manca la volontà di sostenere delle iniziative per degli eventi che permettano di allungare la stagione turistica: “già dallo scorso anno abbiamo prodotto un dossier con tutte le problematiche degli operatori turistici. Il nostro obiettivo è di progettare qualcosa durante i mesi di settembre e ottobre. L’anno scorso per esempio avevamo dato vita ad una serie di eventi che coprissero tutto il calendario di settembre per attirare nuovi flussi turistici. Questo momento è difficile anche per le istituzioni, perché non ci è consentito organizzare eventi che portino migliaia di persone. Tuttavia dobbiamo continuare a lavorare sulla programmazione, pensando che il domani sarà migliore e cercando di stare vicini alle attività in difficoltà”.
Se si può andare a cercare un elemento che può far sperare i piccoli centri della Sardegna in vista dei prossimi mesi è il fatto che in tempi di Covid, a causa delle limitazioni, i viaggiatori hanno riscoperto la bellezza della natura e dei piccoli borghi, lontani dagli assembramenti delle città.

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