Dicembre 3, 2024

Nilde Iotti, il tempo delle donne_di Peter Marcias

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È sempre difficile ricordare l’istante in cui è partita l’idea di realizzare un film. Nel caso di Nilde Iotti il tempo delle donne, ho ritrovato nell’archivio del cellulare tre foto che ritraevano un testo di discorsi parlamentari della Iotti, esposto in vetrina nella libreria della Camera dei Deputati in via del Corso a Roma. Scattate di fretta cinque anni fa, con riflessa la mia ombra: dovevano essere utili a ricordarmi l’impegno a studiare Nilde Iotti e il suo “messaggio” alle donne e agli uomini del nostro paese.

Nel corso del tempo però, ad essere determinante è stata l’importanza delle parole, grazie soprattutto a degli incontri straordinari che man mano hanno segnato il ritmo di questo racconto per immagini. Tra i tanti che mi hanno “donato” il loro ricordo e suggestioni di quell’epoca felice ci sono Marisa Rodano, Giorgio Frasca Polara, Rosa Russo Iervolino, Luciana Castellina, Livia Turco, Cecilia Mangini, Luisa Lama,  Silvio Traversa, Piera Degli Esposti, Loretta Giaroni, Eletta Bertani, Ione Bartoli, Massimo Storchi, Daniela Ducato, Michela Murgia, Edda Billi, Elly Schlein e Marwa Mahmoud, però le parole dei due Presidenti della nostra Repubblica italiana (uno emerito, l’altro in carica) mi sono rimaste particolarmente impresse, mettendo ordine nella mia mente.

 “Nilde Iotti è stata una presenza straordinaria nella vita pubblica italiana – ha sottolineato Giorgio Napolitano – nella vita politica e naturalmente nel movimento delle donne e nella storia civile e culturale del nostro paese. Io ho avuto l’onore e il piacere di essere tra i suoi amici più stretti. Ne ho conosciuto, insieme, la severità come Presidente della Camera nel far rispettare tutte le regole ma anche la naturale e personale generosità. Non era fredda o rigida. Era intransigente sul piano delle regole, mentre nei rapporti interpersonali è stata una persona sensibilissima e generosissima. Posso dire, volendone sintetizzare la visione politica, che aveva una concezione sacrale delle istituzioni, cosa che oggi è ancora più stridente guardando al periodo che stiamo vivendo: un periodo di barbarie. Basta osservare come si tirano in ballo le maggiori istituzioni del paese: come se fossero qualcosa da usare per obiettivi di potere. Nilde aveva tutto un altro approccio, un rispetto estremo per le istituzioni repubblicane e le situazioni democratiche: una difesa continua della liberal democrazia”.

“Conoscevo il personaggio Nilde Iotti da sempre – mi ha ricordato Sergio Mattarella. Era un nome noto fin dai miei primissimi passi in politica, anche quando non ero ancora in parlamento e seguivo, da cittadino, tutte le vicende delle nostre istituzioni. Quando nel 1979 fu eletta Presidente della Camera, la novità fu percepita da tutti come di straordinaria importanza , una svolta storica per il nostro Paese. Basta pensare che soltanto a metà degli anni Sessanta le donne erano state ammesse in magistratura, nella diplomazia, nella carriera dei prefetti: la prima ambasciatrice  in un paese straniero è del 1985. La prima donna a capo di una prefettura mi sembra si collochi nei primi anni Novanta. Quando fui eletto per la prima volta alla Camera, nel 1983, i miei rapporti con Nilde Iotti iniziarono a essere diretti e imparai a conoscerla in tante occasioni. Tra il 1987 e il 1989, in veste di ministro per i rapporti con il parlamento, ero con lei a contatto più volte a settimana: sono stati due anni di grande collaborazione. Ne riconobbi subito una grande capacità di comprendere i problemi, una puntualità nell’intervento e nella ricezione dei suggerimenti oltre a una grande imparzialità, quasi naturale, riflesso di uno straordinario senso delle istituzioni.

Peter Marcias con Sergio Mattarella

La lunga ricerca si è alternata con i tanti difficili momenti sul set tra Reggio Emilia, la città natale della Iotti, e Roma, il tempio della politica. La collaborazione con l’attrice Paola Cortellesi, che ha seguito con scrupolosa attenzione tutta la mia preparazione è stato un altro tassello importante. Lei arrivava da un’esperienza teatrale su Nilde Iotti intitolata Leonilde, portata in scena più di dieci anni fa. Insieme abbiamo rivisto filmati dell’epoca, riletto tutti i discorsi parlamentari e le lettere d’amore indirizzate a Palmiro Togliatti. È stato molto emozionante ascoltare Paola evocare Nilde e bastava chiudere gli occhi e quelle parole ci trasportavano in un passato non lontano.

Il film Nilde Iotti, il tempo delle donne  ha fatto parlare di se da fine agosto 2020 in poi, soprattutto grazie alla selezione ufficiale alle Giornate degli Autori della 77^ Mostra Internazionale del cinema di Venezia in una serata speciale il 7 settembre al teatro Goldoni. Tanti articoli e dibattiti nei maggiori quotidiani italiani, la candidatura quale miglior documentario al prestigioso premio Nastro D’Argento, le proiezioni internazionali, dallo Stato di New York (in streaming con più di tremila accessi) alla Pennsylvania, Madrid, Istanbul e un apprezzamento che mi onora, da parte di un critico e storico del cinema tra i più amati in Francia, Jean-Michel Frodon. Visto il film ha commentato “Mi ha molto interessato il film su Nilde Iotti, di cui ammetto di non sapere nulla. È una personalità molto impressionante, che sei riuscito a raccontare con grande precisione e delicatezza”.

Io ho pensato quest’opera per la sala cinematografica, insieme a Paola Cortellesi sognammo un piano per “abbracciare“ il pubblico e un giro per l’Italia molto lungo. Purtroppo sappiamo tutti come è andata, il cinema e lo spettacolo tra i settori più penalizzati, poca comunicazione sul futuro e tanti amici e persone comuni scomparsi, che è la cosa che addolora di più.

Ho matuato un augurio dopo questa esperienza cinematografica. Nelle Istituzioni è cambiato tanto e lo dimostrano i tanti Stati del mondo guidati da donne. Penso a Jacinda Ardern in Nuova Zelanda, Tsai Ing Wen la presidente taiwanese, Sanna Marin in Finlandia, Kamala Harris negli Usa, ecc… Seguo molto la politica internazionale ed ho la sensazione che proprio il nostro Paese abbia bisogno di una figura femminile nella più alta carica dello Stato. Mattarella che intervistai a fine febbraio 2020 (prima della chiusura per la pandemia) mi raccontò la genesi della sua legge elettorale che favorì (complice la Iotti) l’ingresso in Parlamento di tante donne. Spero che la fine del suo mandato apra le porte alla prima donna Presidente della Repubblica.

Alla Mostra Internazionale del Cinema a Venezia

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