Novembre 21, 2024

Montiferru, quell’allarme ignorato della Protezione civile_di Roberto Casu

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Roberto Casu

Giovedì scorso, 24 ore prima che divampassero gli incendi che hanno devastato l’alto Oristanese e il Montiferru, la Protezione civile regionale aveva emesso un bollettino di “allerta alta”, immediatamente rilanciato dall’Ansa. Ecco il testo dell’agenzia:

“Tra venerdì 23 e domenica 25 la Sardegna sarà interessata da una “saccatura Atlantica, che avvicinandosi al Mediterraneo occidentale, provoca la risalita di masse d’aria calda dal Nordafrica. Il fenomeno provocherà, secondo il servizio meteo della Protezione Civile sarda, un aumento delle temperature massime localmente oltre i 40 gradi, specie sul Campidano e il Sulcis da venerdì, in estensione alla parte centrale dell’Isola e in particolare nelle Valli del Tirso e del Coghinas da sabato, sino ad arrivare sulla Gallura domenica 25.

Per questo è stato emesso un doppio bollettino per le alte temperature e allerta alta – codice arancione – per il rischio di incendi sino alle 18 di domenica”.

Dunque alla Regione tutti sapevano. Da venerdi 23 luglio alle 18 di domenica 25 doveva scattare l’allerta arancione per il rischio incendi nel Sulcis, in Gallura e nella Sardegna centrale, in particolare nella valle del Tirso. Domanda: Bonarcado, il comune da cui è partito l’incendio, è nella valle del Po o nella valle del Tirso? Altra domanda: quanto e come è stata potenziata l’attività di vigilanza nella valle del Tirso e nella Sardegna centrale tra venerdi 23 e domenica 25 luglio?

La risposta credo sia scritta nelle cenere e nel fumo che si sono portati via 20 mila ettari di bosco, pascoli e macchia mediterranea. Ma forse una risposta si può trovare anche nei numeri. Per esempio, il numero degli incendi e degli ettari bruciati dell’estate 2020 – 746 incendi per 4.842 ettari di cui 1.700 boscati tra giugno e settembre – rapportato ai ventimila ettari spazzati via in soli tre giorni dall’incendio del Montiferru. 

Credo ci sia più di un elemento per avanzare qualche dubbio sul corretto funzionamento della macchina regionale dell’antincendio: sia sul fronte della prevenzione (allerta incendi come minimo sottovalutato) sia sul piano del coordinamento e dell’efficacia delle operazioni di contrasto delle fiamme che in alcuni casi sono arrivate all’interno di centri abitati. È su questo che i sardi chiedono chiarezza. Il resto è chiacchiera. Soltanto altro fumo.

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