La Cattedrale di Santa Maria di Castello_di Alberto Pala
Una guida è necessariamente un punto di vista su un luogo, una selezione di percorsi, di itinerari. Segnalare, suggerire, consigliare è lo scopo di questa pubblicazione. Per essere ben guidati mi rifaccio alle parole di due visitatori illustri che nell’ultimo decennio hanno varcato la soglia di questa Cattedrale: il santo padre Papa Francesco e il papa emerito Benedetto XVI.
Papa Francesco nella sua visita pastorale a Cagliari il 22 settembre 2013 ha voluto incontrare nel duomo i poveri e i detenuti mentre papa Benedetto XVI il 7 settembre 2008 ha incontrato i sacerdoti, i seminaristi e la comunità della Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna. Due incontri differenti che hanno segnato la fede della nostra Sardegna rinvigorita dalla visita del successore di Pietro e che ci danno la possibilità di guardare alla nostra cattedrale sotto angolature differenti.
Papa Francesco nel 2013 esordiva così:
Cari fratelli e sorelle,
Grazie a tutti per essere qui, oggi. Nei vostri volti vedo fatica, ma vedo anche speranza. Sentitevi amati dal Signore, e anche da tante persone buone, che con le loro preghiere e con le loro opere aiutano ad alleviare le sofferenze del prossimo. Io mi sento a casa, qui. E anche spero che voi vi sentiate a casa in questa Cattedrale: come si dice in America Latina, “questa casa è la vostra casa”, è la vostra casa.
Qui sentiamo in modo forte e concreto che siamo tutti fratelli. Qui l’unico Padre è il Padre nostro celeste, e l’unico Maestro è Gesù Cristo. (22.09.2013)
Sentire la casa del Signore come il luogo in cui ci si sente a casa è davvero bello. Sapere che il Signore nella sua casa ci aspetta sempre spalanca il nostro cuore alla gratitudine e alla gioia. Ma sapere anche che la nostra Cattedrale non è solo di alcuni, di gruppi particolari di persone, ma è davvero di tutti i cagliaritani e di tutto i sardi ci fa comprendere l’importanza e la bellezza di questo luogo di culto; e allo stesso tempo ce ne fa intravedere il significato quale segno di unità e di coesione nella fede della comunità cristiana radunata intorno all’unico vero maestro Cristo Signore.
Papa Benedetto XVI, esattamente dieci or sono, metteva in evidenza un’altra caratteristica della Cattedrale di Cagliari: quella della fede e della conservazione delle reliquie dei santi martiri. Si introduceva ai suoi uditori, dopo la celebrazione eucaristica della mattina, con queste parole:
Ed ora, quasi a prolungamento di quell’incontro spirituale, ho la gioia di intrattenermi con voi, cari sacerdoti, seminaristi, alunni e docenti della Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna, in questa Cattedrale, anch’essa dedicata a Santa Maria Vergine. In questo tempio antico, rinnovato e abbellito nel corso degli anni dalla cura di zelanti Pastori, tutto parla di fede: una fede viva, testimoniata dalla devota conservazione delle reliquie dei Martiri cagliaritani, tra i quali mi piace citare i santi Vescovi Siridonio, Martino, Ninfo, Ilario, Fabrizio e Giovenale (07.09.2008).
È proprio vero che in questa chiesa tutto parla di fede, anzi si potrebbe dire senza paura di essere smentiti che è il monumento della fede dei sardi, che tanti pastori, ma soprattutto tanti fedeli hanno voluto rendere prezioso con la loro preghiera e con il loro ingegno. È il luogo in cui, con vicende che hanno dello straordinario, sono state conservate le reliquie dei santi martiri cagliaritani.
È il luogo in cui, da quattro secoli per il Santuario dei Martiri e da quasi otto per la Cattedrale, la fede dei sardi ha trovato guida e luce nel magistero di tanti santi e zelanti pastori, il luogo in cui tante famiglie hanno dato inizio alla loro vita coniugale col sacramento del matrimonio.
È il luogo in cui il governo della città trovava in Maria Vergine la regina da onorare e difendere, in cui i dominatori potevano chinare il capo e deporre, davanti al Signore, le loro responsabilità e preoccupazioni. È il luogo in cui tanti santi figli della nostra isola si sono raccolti in preghiera.
Per questo la Cattedrale diventa anche visivamente per chi arriva dal mare o dal cielo o anche a piedi il luogo di incontro tra terra e cielo. La sua posizione elevata, quasi sul punto più alto della città la fa apparire straordinariamente tra le viuzze del castello e la fa rimirare come una lucerna posta sul monte. Così nei secoli in questo ambiente si è scritta la storia di ogni cristiano che si avvicina alla casa di Dio in cerca dell’incontro con il suo sguardo.
Ringrazio vivamente l’autrice di questa preziosa per il lavoro fatto con diligenza e sacrificio e soprattutto per aver accolto l’invito a darlo alle stampe in questo felice anniversario del quarto centenario della dedicazione del Santuario dei Martiri.
Buona lettura!
Mons. Alberto Pala