Novembre 21, 2024

Adelaide Carta, quando i giovani guardano al futuro_di Tarcisio Agus

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Il tema ambientale ormai da tempo ci pervade sempre più, con l’intento di creare le condizioni per un mondo migliore. I giovani in quest’ottica sono in prima fila e molti di essi ne hanno sposato la filosofia e su di essa hanno impostato il loro futuro.

Uno splendido esempio nasce in un comune ex minerario travagliato ed ancora immerso in problemi ambientali irrisolti, questo fattore limitante allo sviluppo non ha impedito a Adelaide Carta di invertire la tendenza e dare un profondo segnale di riscatto anche in ambienti compromessi ma dove la sensibilità collettiva ha tentato l’inversione di tendenza.

Le borse di Adelaide Carta

Adelaide cresce in un ambiente che negli anni 90 imposta ed apre la prima rifiuteria in Sardegna, oggi meglio note come ecocentri, dove gli spazi pubblici abbandonati e resi inospitali dal perdurare della siccità nel nuovo millennio si aprono alla sensibilità dei bambini e delle bambine dei rioni, con la realizzazione di decine di aiuole, crocivie e slarghi riclassificati con materiali di scarto ed abbelliti da fiori e piante che prendono i nomi più disparati, come il giardino delle farfalle o della libridine, inaugurato quest’ultimo dal giornalista e scrittore Giampaolo Pansa.

Sono gli anni della sensibilità collettiva che porta il centro ex minerario a ricevere il primo premio nazionale della Città dei Bambine e delle Bambine.

In questo turbinio di rigenerazione dove la nostra concittadina Daniela Ducato, pluripremiata e riconosciuta tra le donne imprenditrici più innovatrici fu promotrice assieme a tante donne guspinesi compresa la madre di Adelaide, Graziella, da sempre impegnata nell’ambito della bio edilizia con la promozione e l’uso di materiali naturali per la difesa  della salute pubblica.

In questo scenario ed in questa consapevolezza molti bambini crescono, così Adelaide, che certamente beneficia del clima familiare, con la madre instancabile difensore dell’ambiente ancora oggi e forse con l’estro paterno di Francesco, giovane mezzala del Guspini calcio negli anni d’oro della serie D nazionale, si avventura nella creazione di accessori di moda ed in particolare di borse facendo pienamente uso degli scarti, in particolare le sue creazioni rivolte al campo dell’alta moda sono una  splendida e significativa provocazione.

Per la seconda volta presente a Roma alla fiera dello Showcase, importantissima vetrina promozionale che si ramifica a livello internazionale, per i nuovi talenti che desiderano presentare le proprie collezioni di abbigliamento e accessori ad un pubblico di addetti ai lavori.

La proposta ha l’intento di stabilire rapporti commerciali e agevolare i contatti B2B tra brand emergenti e buyer nazionali ed internazionali.

Showcase nasce come prosieguo naturale dell’attività di scouting di Altaroma con il supporto del Ministero per lo Sviluppo Economico e di Agenzia ICE.

Il progetto, dedicato ai brand della Moda Italiana che producono in Italia è riservato a giovani designer e brand indipendenti del Made in Italy.

Abbiamo chiesto ad Adelaide sull’esperienza appena conclusa di quest’anno, come è andata: “La collezione 22.2 prosegue con la concezione: crea meno, ma meglio. Concentrare le produzioni e quindi ottimizzare le “energie”, ma soprattuto, svincolarci dal concetto della stagionalità, sempre più lontano dal presente, e infinitamente “passato”. Impiego di soli materiali di scarto da scorte morte, con l’obbiettivo di ottimizzare tutti gli avanzi di sovrapproduzioni di altissima qualità derivate dall’industria dell’arredamento e della pelletteria. Disponibili dunque fino ad esaurimento scorte, pronti ad essere sostituiti con altri scarti, con l’intenzione di eliminare il prima possibile tutte le produzioni attualmente esistenti che andrebbero dunque smaltiti e diventerebbero altrimenti un costo per la nostra società. Gli diamo una nuova vita, che possa garantire un utilizzo nel medio-lungo tempo, preservando la qualità artigianale italiana e la concezione che ogni risorsa impiegata, possa essere finalizzata a ripulire il mondo e a migliorarne il suo stato. Con lo slogan: “Meno è di più”.

L’opera di Adelaide è l’incontro, senza rinunce, di etica ed estetica. L’attenzione ai materiali ecologici e naturali si intreccia con la tradizione attraverso la valorizzazione del sughero interpretato con lavorazioni all’avanguardia, forme pulite e colori decisi, che ottengono la massima espressione di eco-sostenibilità attraverso la combinazione ad altre fibre innovative vegetali (legno, mais, foglie d’ananas, mela) e riciclate dal PET (rifiuti plastici) oltre che derivate dalle Dead Stock (scorte morte). Dalla convinzione che eleganza e rispetto per l’ambiente possano convivere, nascono accessori che affondano le loro radici nel territorio per guardare lontano, verso un mondo della moda capace di andare oltre lo stile e contribuire al cambiamento.

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