Brindo per il Cagliari e pure per i suoi ex_di Massimiliano Morelli
Dispiace solo una cosa, dopo aver annotato l’ennesima partita gagliarda del Cagliari, che coincide con il blitz in casa del Torino. Stona in maniera sgradevole il fatto che i media neanche si accorgano del bel gioco, della rimonta, della sicurezza che offre ora la squadra di Mazzarri.
E diventa perfino offensivo il fatto che come un giocatore del Cagliari mostri il suo valore, puntualmente arrivi la domanda del cronista di turno, pronto a puntare sulla stucchevole frase in stile “ora puoi puntare a una grande squadra”.
La mancanza di rispetto per il Cagliari regna sovrana, ed è sgradevole il fatto che si desideri sminuire ulteriormente le cosiddette “provinciali”. Poi, ti cadono perfino le braccia quando vai a dare una fugace occhiata alle pagelle, e ti rendi conto che le critiche arrivano anche da chi scrive su testate made in Sardegna. Deiola, che Mazzarri chiama “Alessandrinho” (alla brasiliana) è un simbolo per questa squadra, il sardo che indossa e difende i colori della sua terra, che lotta, piange e trascina i compagni.
Basterebbe questo per applaudirlo, invece le critiche si sprecano perfino quando griffa un gol come quello infilato nella porta dei granata. C’è una spiegazione a tutto, i “bastian contrari” scrivono perfino il contrario di quel che hanno in mente, e lo fanno perché sanno perfettamente che andando controcorrente, resteranno sulla bocca di tutti. Nel bene o nel male, come diceva uno che si affacciava a piazza Venezia.
Al termine di Torino-Cagliari pensavo di annotare gli “osanna”, invece leggo e ascolto che il merito è delle parate di Cragno e del fatto che il Torino non era in giornata. Passo avanti e fingo noncuranza, anzi stavolta oltre a brindare al successo del Cagliari brindo anche agli ex che sono andati in gol: tre volte Simeone contro il Venezia; e con lui Di Gennaro e Larrivey in Cosenza Alessandria e Alberto Cerri, che riesce a imbiancare ulteriormente la folta capigliatura di Filippo Inzaghi. Prosit.