Sicurezza come investimento e non come costo_Lettera aperta del SIULP Sardegna alle/ai candidate/i al Parlamento Italiano
Carissime/i Candidate/i al Parlamento Italiano, tra pochi giorni il Popolo sarà chiamato ad esprimere la propria preferenza per eleggere il nuovo Parlamento. Chiunque di Voi vincerà questa sfida elettorale, sarà chiamato ad una grande responsabilità verso il Paese in un momento di enormi sacrifici sostenuti da tutti i cittadini, senza distinzione alcuna. Come associazione di categoria riteniamo fondamentale una maggiore presa di coscienza relativa alla voce di bilancio SICUREZZA: DEVE ESSERE UN INVESTIMENTO E NON UN COSTO.
Nell’immediato futuro, i massicci pensionamenti, sovrasteranno le spicciole assunzioni rendendo inefficace il turn over con un’inevitabile diminuzione degli organici delle Forze di Polizia; occorre snellire le lungaggini burocratiche finalizzate alle assunzioni ordinarie e bisogna immediatamente prevedere assunzioni straordinarie e scorrimenti di graduatorie dei vari concorsi non ancora conclusi definitivamente semplificando tutte le procedure vigenti per incrementare gli organici, potenziando gli avanzamenti di ruolo per sovrintendenti e ispettori.
In qualità di professionisti dell’ordine e della sicurezza pubblica auspichiamo che le “helping professions” (Forze di Polizia, personale sanitario, insegnanti e impiegati nei pubblici servizi) vengano messe al centro dell’attenzione per garantire loro maggior tutela inasprendo le pene nei confronti di coloro che commettono reati in danno degli operatori delle helping professions.
Il tema SICUREZZA, troppo caro a questa Organizzazione Sindacale che con la L.121/81 ha acquisito la potestà sindacale della riforma attualmente in vigore dopo oltre 40 anni, deve prevedere adeguati stanziamenti per rinnovare i contratti, sia giuridicamente che economicamente, alla naturale scadenza senza lasciare gli operatori con stipendi inadeguati al costo della vita per decenni; altresì va rivisto urgentemente il trattamento pensionistico che porterà a stretto giro a elargire pensioni da fame che raggiungeranno a stento il 60% dell’ultimo stipendio.
Una nuova previdenza complementare idonea ad affrontare quello che l’incerto futuro potrà riservare alle famiglie e che copra spese sanitarie che possano derivare da malattie professionali o da infortuni sul lavoro. La Sardegna che geograficamente paga già la sua insularità, necessita di una politica centrale ad hoc per permettere uno sviluppo sociale ed economico della sua popolazione e una garanzia sulle politiche locali che possano apportare importanti incrementi lavorativi, nuove e più sicure viabilità sia su gomma che su ferro, oltre a garantire una VERA continuità territoriale con TUTTI i porti e aeroporti italiani che troppo spesso è quantificata in una piccola mancia.
La Sardegna ha bisogno di nuova linfa tra le fila della Forze dell’Ordine garantendo parallelamente una politica abitativa adeguata che garantisca dignità agli stessi operatori; i colleghi che affrontano costantemente le missioni fuori sede (vedasi il Reparto Prevenzione Crimine di Abbasanta o il Reparto Mobile di Cagliari o tutti i colleghi che affrontano i servizi di protezione alle personalità), ormai 50enni, hanno il sacrosanto diritto di poter recuperare le energie psicofisiche in alloggi singoli rinnovando gli attuali standard individuati decine di anni fa e che, nonostante tutto, spesso non vengono nemmeno presi in considerazione; allo stesso tempo il trattamento di vitto è altrettanto inadeguato sia nelle mense di servizio sia nelle strutture convenzionate che lottano con le rispettive prefetture per vedersi pagate le fatture; le indennità di missione che vengono elargite dopo tempi biblici che raggiungono anche i 18 mesi e il pagamento degli straordinari che ogni mese subiscono clamorosi tagli orizzontali a discapito delle innumerevoli ore svolte da ogni collega.
La Sardegna ha necessità di importanti interventi di natura strutturale da nord a sud e da est a ovest: la stragrande maggioranza degli uffici non si avvicina minimamente ai requisiti previsti dal Testo Unico per la Salute e la Sicurezza del Lavoratore D.lgs. 81/08 in materia di microclima, poiché spesso gli uffici sono ospitati in strutture locate da privati che per diatribe amministrative non rispettano i loro obblighi contrattuali ignorando i doveri di manutenzione del fabbricato (ad es. il Commissariato PS di Lanusei che combatte con le temperature rigide o il Commissariato PS di Olbia che da mesi non beneficia di acqua sanitaria calda), o comunque con analoghe problematiche seppur di proprietà demaniale (es. la Questura di Oristano); altresì è indispensabile il completamento di alcune strutture che dovranno essere adibite ad uffici (ad es. il futuro Commissariato di PS di Porto Cervo individuato in uno stabile sequestrato nella frazione di Liscia di Vacca), l’individuazione o la costruzione di altre nuove strutture, non in locazione di terzi, per agevolare logisticamente il raggiungimento del posto di lavoro (ad es. il Reparto Mobile di Cagliari).
E ancora il C.A.I.P. di Abbasanta, che annovera potenzialità di istruzione tale da poter essere elevato a Centro Nazionale Scorte e Sicurezza, mentre si aggrappa alla buona volontà dei colleghi che si adoperano in ogni mansione per mantenere gli standard previsti. La peculiarità turistica dell’Isola deve coniugarsi con un impiego solido e numericamente congruo degli operatori del Comparto Sicurezza per evitare turnazioni massacranti in ogni angolo di costa e dell’entroterra dove lo Stato, chiudendo presidi, ha alzato bandiera bianca da alcuni anni senza tuttavia considerare l’incremento turistico con cifre da capogiro. La politica nazionale rappresentata da Voi parlamentari Sardi, dovrà battere i pugni affinché nessun altro Ufficio di Polizia venga soppresso come in passato; bensì dovrà mutuare la Sicurezza come punto di riferimento dello sviluppo isolano facendo incrementare personale che a caduta garantisca una percezione solida di serenità da parte dei cittadini di tutta l’Isola.
Le future sfide politiche dovranno interessare anche alcuni adeguamenti normativi che, nella loro paradossalità, interessano il comparto e diversificano determinati soggetti da altri; un esempio eclatante è rappresentato dalla possibilità di acquistare liberamente armi per un magistrato o un funzionario con qualifica di Ufficiale di Pubblica Sicurezza esibendo semplicemente il tesserino di riconoscimento mentre, per il resto del Comparto, Ufficiali ed Agenti di Polizia Giudiziaria è indispensabile richiedere il rilascio di porto d’arma sia se in servizio che in quiescenza. Quale organizzazione sindacale che si occupa di SICUREZZA, non può sorvolare sulle condizioni sociali legate alla Sanità Pubblica che è caduta nel baratro con scellerati tagli tra gli eccellenti professionisti sanitari. Le attuali condizioni di disagio per ogni cittadino sardo, a cascata si possono ripercuotere sull’ordine e la sicurezza pubblica come l’innesco di un ordigno inaspettato. Il SIULP Sardegna. come rappresentanti dello Stato, così come Voi una volta scelti dal Popolo, è a disposizione per confronti e contribuiti costruttivi volti a dettagliare più significativamente tutti gli aspetti che speriamo vengano portati in Parlamento, sin da subito, per far fronte ad ogni necessità e per iniziare una via che porti ad un significativo sviluppo economico e sociale.