I due Papi in Cattedrale a Cagliari_di Alberto Pala
Papa Benedetto XVI, esattamente dieci anni or sono, metteva in evidenza un’altra caratteristica della Cattedrale di Cagliari: quella della fede e della conservazione delle reliquie dei santi martiri. Si introduceva ai suoi uditori, dopo la celebrazione eucaristica della mattina, con queste parole:
Ed ora, quasi a prolungamento di quell’incontro spirituale, ho la gioia di intrattenermi con voi, cari sacerdoti, seminaristi, alunni e docenti della Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna, in questa Cattedrale, anch’essa dedicata a Santa Maria Vergine. In questo tempio antico, rinnovato e abbellito nel corso degli anni dalla cura di zelanti Pastori, tutto parla di fede: una fede viva, testimoniata dalla devota conservazione delle reliquie dei Martiri cagliaritani, tra i quali mi piace citare i santi Vescovi Siridonio, Martino, Ninfo, Ilario, Fabrizio e Giovenale (07.09.2008).
È proprio vero che in questa chiesa tutto parla di fede, anzi si potrebbe dire senza paura di essere smentiti che è il monumento della fede dei sardi, che tanti pastori, ma soprattutto tanti fedeli hanno voluto rendere prezioso con la loro preghiera e con il loro ingegno.
È il luogo in cui, con vicende che hanno dello straordinario, sono state conservate le reliquie dei santi martiri cagliaritani. È il luogo in cui, da quattro secoli per il Santuario dei Martiri e da quasi otto per la Cattedrale, la fede dei sardi ha trovato guida e luce nel magistero di tanti santi e zelanti pastori, il luogo in cui tante famiglie hanno dato inizio alla loro vita coniugale col sacramento del matrimonio.
È il luogo in cui il governo della città trovava in Maria Vergine la regina da onorare e difendere, in cui i dominatori potevano chinare il capo e deporre, davanti al Signore, le loro responsabilità e preoccupazioni. È il luogo in cui tanti santi figli della nostra isola si sono raccolti in preghiera.
Per questo la Cattedrale diventa anche visivamente per chi arriva dal mare o dal cielo o anche a piedi il luogo di incontro tra terra e cielo. La sua posizione elevata, quasi sul punto più alto della città la fa apparire straordinariamente tra le viuzze del castello e la fa rimirare come una lucerna posta sul monte.
Così nei secoli in questo ambiente si è scritta la storia di ogni cristiano che si avvicina alla casa di Dio in cerca dell’incontro con il suo sguardo.
Ringrazio vivamente l’autrice di questa preziosa per il lavoro fatto con diligenza e sacrificio e soprattutto per aver accolto l’invito a darlo alle stampe in questo felice anniversario del quarto centenario della dedicazione del Santuario dei Martiri.