“Quando a Monte Prama scoprimmo le grandiose statue nuragiche”_di Raimondo Zucca
Giovanni Lilliu individuava nel betilo di San Pietro di Golgo la prima affermazione, nel Bronzo finale o all’avvio della età del Ferro, dell’iconismo, che era il grande assente delle culture dell’età del Bronzo antico, medio e recente non solo in Sardegna.
Voleva, il Professor Lilliu, dedicare una attenzione speciale alle statue di Monte Prama, convinto com’era, della loro ascrizione globale alla fase geometrica dell’arte nuragica, senza contaminazione con il mondo fenicio e punico, come si proponeva da parte di studiosi di orientalistica.
Fu così che durante le vacanze di Natale del 1976/77 Giovanni Lilliu volle compiere un sopralluogo in loco a Monte Prama, insieme con il Professor Enrico Atzeni. Il 4 gennaio 1977 Lilliu ed Atzeni raggiungevano, sulla Volkswagen celestina del Professor Lilliu, l’area di Monte Prama, insieme all’allievo Peppinetto Atzori.
Un suggestivo scorcio di quella missione archeologica d’un giorno d’inverno del 1977 si deve alla penna dello stesso Professor Lilliu:
«C’è un episodio che mi mette ancora i brividi. Fu quando con Enrico Atzeni scoprimmo a Monte Prama le grandiose statue nuragiche in arenaria ai bordi dello stagno di Cabras. C’era un sole bellissimo, poi il cielo improvvisamente si oscurò, venne la tempesta mentre le statue tornavano alla luce. Dio mio, gli dei nuragici si stanno risvegliando, pensai. Non lo dimenticherò mai».