In ricordo di Biagio Arixi_di Giuliano Marongiu
Biagio scolpiva le parole, tesseva relazioni, sapeva rendere ogni rapporto unico ed esclusivo: con ognuno di noi ha costruito un dialogo, lo ha coltivato con cura e tenuto vivo affinché non perdesse mai vigore.
Perché Biagio amava le persone, apprezzava l’arte nelle sue molteplici forme, accarezzava i ricordi ma progettava il futuro, odiava la noia, amava la vita.
Una vita straordinaria, la sua, sbocciata a Villasor e fiorita nei tanti luoghi che la sua necessità di esprimersi lo ha portato ad abitare.
Quella di Biagio è la storia di un ragazzo che non poteva chiudersi in se stesso e decide di partire, verso gli orizzonti di un’ambizione che cresceva e che aveva fretta di definire i suoi confini.
Senza fissa dimora, ovviamente, come capita agli spiriti liberi che hanno fame di vita e di vite, che catturano il destino assaporandone ogni istante.
Quest’uomo ha combattuto per affermare la libertà come concetto universale e come impegno con sè stesso, senza compromessi e a muso duro.
Sin da piccolo si guardava allo specchio e si piaceva: “col tempo questo amore per me stesso è cresciuto, ed è l’unico vero idillio che dura e mi lega alla vita” – ha scritto in un suo libro.
Il suo viaggio è stato un continuo sostare negli incontri che avrebbero reso intenso il cammino e dai quali emergono i nomi di tanti che contano e hanno contato, che con lui hanno stretto rapporti intimi e duraturi, sempre protetti dalle ombre che affioravano anche quando le luci dei riflettori si spegnevano.
Mai giudizi contro qualcuno, nè tantomento pregiudizi.
Biagio è stato un uomo estremamente gentile, testimone di un’epoca che non c’è più, che ha visto attraversare essendo stato egli stesso protagonista di quella storia unica e irripetibile.
Dario Bellezza diceva di lui:
“E’ il piu’ grande poeta italiano esistente”
Dai suoi racconti affioravano spesso le voci e i volti che hanno incrociato la sua storia, gli odori dell’infanzia in Sardegna, la saggezza di sua madre che più di tutti ha segnato il cammino, i colori della notte, la frenesia che sfamava gli amori e bruciava gli ardori, il dolore malinconico che accompagnava la loro fine.
C’e sempre stato in Biagio il desiderio assoluto di andare contro le convenzioni, di cavalcare la fantasia, di maturare le sue curiosità.
E’ sempre lui che scrive:
“La vita che mi ha formato e fatto uomo “sensibile e diverso” è anche la memoria che come un diario porto dentro di me. E le mie esperienze non sono mai state gratuite: per ognuna ho sempre pagato un conto. E se oggi sono un uomo libero di vivere e cantare l’amore, questo e’ quello che mi distingue per non essere simile agli altri”
Si è spento nel sogno e nel silenzio, nella solitudine interiore in cui amava rifugiarsi per trovare stimoli e risposte, senza alcuna agonia, con quel cuore malato ma mai invecchiato.
Se n’e’ andato con l’eleganza che ha contraddistinto il suo vissuto, senza disturbare e da uomo libero.
Biagio aveva un solo timore, che mi ha ribadito pochi giorni fa nel corso del nostro ultimo incontro: quello di essere dimenticato.
Abbiamo l’obbligo e il dovere di costruire ciò che sarà dopo di lui, affinché la sua opera e l’esempio che ci ha lasciato non si disperdano.
Nel rivolgere un abbraccio a Dino, agli amici, ai suoi affetti piu’ cari voglio riportare un pensiero su Biagio della grande Milena Milani:
“La poesia dei veri poeti è misteriosa e inesauribile, Biagio Arixi ha questo dono. Nella sua poesia il corpo è incatenato alla terra, ma l’anima cerca l’infinito. È lui l’ultimo artigiano del sentimento”
Gli uomini come Biagio non muoiono mai per davvero: restano impigliati tra i versi che hanno scritto, nelle cose che hanno fatto e nell’amore che hanno saputo seminare.
Ora Biagio è dappertutto.