Un libro e un Cammino per omaggiare la vita breve di un figlio_di Efisio Collu
La morte di un figlio sconquassa la vita di un genitore, e quel dolore così maledettamente intenso, chi lo patisce non lo augurerebbe perfino al suo peggior nemico. Massimiliano Morelli, natali romani e “cuore sardo”, ha vissuto la morte del figlio ventitreenne; e per quella vita spezzata, con mille sogni e speranze da vivere, ha scritto un libro.
Pardon, prima ha percorso il Cammino verso Santiago di Compostela, che avrebbe dovuto realizzare con il ragazzo, Emiliano, e a seguire ha descritto l’esperienza del viaggio a piedi nella Galizia attorcigliando parole e passi, pensieri e lacrime. Nasce così “In Cammino con Emiliano”, edito da Arancia Publishing (120 pagine, 14 euro), una storia di vita vera che sembra un romanzo se solo non si conoscessero i fatti.
Emiliano è morto all’improvviso, in una tarda mattinata di aprile, era il 2018 e rappresentava il classico figlio modello: correva verso la laurea, lavorava come videomaker, suonava la chitarra e allenava una squadra di calcio. E aveva una passione innata per il Liverpool, chissà poi perché.
La squadra dei Reds non era la seconda scelta, come fanno molti, era la sua prima e unica squadra, e l’Old Trafford per il ragazzo era diventato quasi una seconda casa. L’unico difetto, secondo il papà, che quando era bimbetto gli aveva regalato la maglia di Robert Acquafresca, con la speranza diventasse tifoso del Cagliari. Pure lui, come il padre. Ma questa è un’altra storia.
Massimiliano Morelli, una ventina di libri scritti e pubblicati con argomenti che variano dal calcio al pattinaggio, dalla marcia allo sci, con questo libro affronta la prova più dolorosa della sua vita, quella di raccontare la vita breve di un ragazzo che pareva un armadio e che invece è stramazzato al suolo, stroncato da un arresto cardiaco.