Emilio Lussu, un grande combattente per l’autonomia_di Giovanni Battista Melis
50* Anno/Le grandi pagine del Cagliaritano
Emilio Lussu domina la scena politica Sarda, Italiana ed Internazionale, come rappresentante della Sardegna, cui ha legato tutta la sua vita. Il Combattente, trascinatore del battaglionissimo, superdecorato, grande soldato e pur sprezzante dei riconoscimenti del suo valore, che rievoca le gesta della nostra gente, nel suo libro degno di antologia, “Un anno di guerra sugli Altipiani” è anche l’uomo, che ha sentito, con la virtù eroica della stirpe Sarda, anche il richiamo civile e politico di quest’isola, che voleva la redenzione: è un fatto di rinascita che un credo rinnovatore ha riassunto nel termine Autonomia.
Questo dato fondamentale ha illuminato la sua vita in una convinta dedizione agli ideali di Libertà e Giustizia, posti alla base del nuovo Risorgimento Nazionale, di una diversa e più alta solidarietà Internazionale, che partiva dai figli di quest’isola, sperduta nel mare e rinnovatrice di una Nazione che non aveva ancora-realizzato i fini fondamentali della vera unità della Nazione.
Parlare di Emilio Lussu, mentre nel cuore e nella mente si addensano i ricordi di una vita maturata nel sacrificio virile, mentre il ciclone della guerra ’15-’18 apposto all’Italia ed al Mondo, i problemi del divenire, e sentire i turbini del passato, mentre l’oggi e l’avvenire immediato, rinnovano i problemi tormentosi e difficili.
La vita di Emilio Lussu è un’apoteosi che, qualunque cosa ci divida, esalta i meriti e la personalità di un uomo superiore alle fralezze della carne. Chi come me, gli è stato vicino mentre i sardisti, e gli antifascisti , con lui, difendevano la nostra isola dagli assalti dei nemici della Libertà, e costituiva un esempio per i ragazzi, che in suo nome anch’essi, combatterono per quegli ideali; chi, ricorda la sua coerenza, nella lotta che dalla Sardegna, ne faceva il vessillifero della libertà; chi lo vide difensore contro l’assalto nella propria casa, da chi, attentava all’inviolabilità del domicilio ed all’incolumità della persona sa, che questo costituì un esempio indimenticabile delle virtù naturali e consapevoli dei propri diritti e doveri.
Chi lo ricorda fuggitivo ed esule da Lipari, con Rosselli e Nitti, per continuare quella lotta, nella quale credeva, con indomabile fede, sa che nel nome di Emilio Lussu, ancora una volta, i valori supremi della gente sarda, avevano un grande campione. Chi lo ha presente nel suo esilio di Parigi e poi in Spagna, affermare con sacrificio gli ideali, per i quali, in terra straniera, ricordava la mamma, nel caro, lontano, piccolo paese di Armungia, con affetto infinito, e la serie di Giustizia e Libertà a Parigi, con aggiunto “e Partito Sarda d’Azione”, ha il più sensibile ritratto dell’uomo.
Perché questa è la matrice unica alla quale attinge la sua coerenza di tutta la vita.
Con la liberazione d’Italia, alla quale il suo esempio e la sua lotta, hanno tanto contribuito, fu Ministro dell’assistenza post bellica. Ricordo la sua fierezza di autonomista convinto e fedele, alla Consulta Regionale quando, chiamato dall’Alto Commissario Pinna, riaffermò, col Partito Sardo d’Azione, la lealtà al disegno politico sardista, di cui altri, allora, mettevano in dubbio la validità. Cosi come lo ricordo nella commissione congiunta, tra i rappresentanti della Regione e i deputati sardi, al Parlamento, schierato a difendere lo statuto sardo, che, altri, tiepidi autonomisti o contrari, allora non approvavano.
Fu quindi Deputato e Senatore sardista per due volte. Poi vennero tormentosi e diversi sviluppi, di fronte al dileguare di un movimento generale, che dovevo, poi, invece realizzare l’Italia delle autonomie in ogni regione, ancora i primi passi, oggi, ma che ha il suo inizio fervido, come, alle origini, hanno riconosciuto, scrivendone, uomini come Togliatti o Gramsci, Savelli o Piero Gobetti, Guido Dorso o Giustino Fortunato. Così scriveva in Roma la rivista “Volontà”, di Calamandrei o Fancello o Lussu o Savelli o Bellieni.
In lui parve prevalere, poi, una componente della sua vecchia milizia, che, però, aveva la sua e- saltazione, nel programma sindacale e sociale del Partito Sardo d’Azione , la componente Socialista, di fronte al supposto in aridimento degli ideali e dei fini autonomistici. Certo il combattente di tutte le battaglie, che son partite dalla Sardegna in una visione universale di redenzione e di progresso umano, nella giustizia e nella libertà, ha visto Emilio Lussu combattere su tutti i fronti del Mondo, in Italia , ed in Sardegna.
Chi come me, oggi, ha avuto il supremo onere ed onore di ricordare Emilio Lussu in rappresentanza unitaria di tutto il Consiglio Regionale, deve anche ricordare che, consapevole, mi ha scritto in una indimenticabile lettere nel mese di novembre 1974, con cui mi salutava con “l’affetto di una volta” e mi ricordava con “commozione”. Non si può ignorare che Emilio Lussu per questa stessa coscienza, in onestà e senza macchia e senza paura, che ha dominato tutta la sua vita, è stato forte, innanzi al travaglio della morte.
Noi, in questa assemblea, in certo senso, siamo tutti figli suoi, perchè egli ha combattuto, per quelle idee di cui noi ci dobbiamo sentire portatori, perchè Emilio Lussu ha onorato il nome della Sardegna, dovunque. Partecipe non solo alla costruzione mirabile che questa assemblea deve portare a quei risultati che, non solo la nostra isola attende, ma esaltò la nostra gente, a tutti i livelli, dagli ovili, alle miniere, alle città, alle spiagge desertiche; ai parlamenti, ammirato da tutti, come un tempo fu un grande combattente in trincea. Ebbe un solo e grande sogno, nell’amore primigenio per la gente sarda e per la coscienza con la quale doveva servire, senza premio ricompensa, come dimostrò nella sua morte. •