Daniela Ducato da Guspini al vertice del WWF_di Tarcisio Agus
Daniela Ducato chiamata alla presidenza del WWF nazionale. La notizia in anteprima mi è stata data dal nostro direttore Giorgio, che in tempi non sospetti mi aveva chiesto un’articolo sulla nota imprenditrice.
Di Daniela nell’ultimo periodo si è parlato tanto per i suoi importanti riconoscimenti non ultimo quello del Capo di Stato Mattarella, con l’onorificenza a Cavaliere della Repubblica.
Potrei ricordare tutti i riconoscimenti ma avendo conosciuto Daniela sin dal suo arrivo a Guspini, per aver sposato un guspinese, mi piace ricordarla per la sua abnegazione, intraprendenza e caparbietà che pose da subito nella comunità adottiva. Negli anni 90 chiese al comune di Guspini i locali della biblioteca comunale per dare una sede alla Banca del Tempo da poco da lei costituita.
La Banca del Tempo è un sistema in cui le persone usano le ore del tempo al posto della moneta così si scambiano reciprocamente, attività, servizi e saperi gratuitamente, per cui venne chiesto al Comune di poter scambiare l’ospitalità ricevuta. Operazione non facile con un Ente Pubblico non contemplato nello statuto nazionale della Banca perché lo scambio avveniva esclusivamente tra i cittadini e le cittadine, ma per Daniela l’ostacolo doveva essere superato e propose al comune di aderirvi come socio.
Con delibera della Giunta Comunale il comune di Guspini divenne il primo comune a far parte di una Banca del Tempo, contribuendo così anche alla modifica dello statuto a livello nazionale. Si era alla soglia dell’estate e in la Sardegna la siccità la faceva da padrona e l’abitato di Guspini non ne era di certo esente tanto che non era difficile scorgere gli spazi liberi nei crocevia ingialliti e abbandonati.
Molti cittadini e cittadine avevano depositato numerose ore di tempo per metterle a disposizione del comune, ogni persona fosse esso bambino, bambina, ragazzo, adulto o anziano, non c’erano differenze, facendo proprio il pensiero caro a Don Milani “Il tempo non è denaro ma il tempo è vita” misero nella banca la loro vita ed i propri talenti riversandoli in quegli spazi aridi ed abbandonati.
L’azione corale ed interdisciplinare portò alla realizzazione ben 22 giardini di vicinato, restituendo all’immaginario collettivo qualcosa di molto potente e coinvolgente. Pian pianino quegli spazi ripresero vita, le persone si scambiavano saperi ed azioni e nell’afa più generale iniziarono a spuntare oasi condivise che presero i nomi più disparati.
Daniela con i correntisti aveva posto le basi per un ampio progetto sociale di solidarietà e partecipazione ove la fantasia giocava degli splendidi suggerimenti come quando immedesimandosi nel lavoro ed attività delle api in un’aiuola prendeva vita l’autostrada delle api per l’adesione in quel momento del comune di Guspini alle città del miele.
Oppure con il sostegno dato dallo scrittore Giampaolo Pansa e della compagna Adele Grisendi che ci insegnarono a guardare in maniera interdisciplinare il paesaggio, compreso quello dentro di noi che spesso ci ostiniamo a non vedere. In quel periodo Gianpaolo scriveva nel territorio il romanzo “Ti condurrò fuori dalla notte” ispirandoci l’Aiuola della libridine, la febbre della lettura.
L’ambiente divenne il punto di riferimento prioritario, nasceva così anche il “Piano del verde” a misura delle api, un progetto di pianificazione urbana del verde pubblico offerto dai cittadini e cittadine della Banca del Tempo.
Si era capito che la socializzazione e lo scambio reciproco dei saperi era l’elemento basilare per una comunità sostenibile e partecipata, così come la tradizione del “S’aggiudu torrau” (aiuto reso) si rendeva necessaria per la riproposizione delle vecchie pratiche d’uso e del riuso che nell’ambito domestico spaziavano dal trattamento delle essenze naturali alle erbe officinali, dal fango con la paglia al vecchio legname che spesso trovava piena collocazione nell’allestimento delle aiuole, come in quella delle farfalle, delle formiche o del minatore.
Furono tanti gli spazi verdi colorati che narravano la storia locale e non, ove i bambini e le bambine concorsero con grande gioia e fantasia consentendo al comune di Guspini di fregiarsi del premio nazionale “Città sostenibile dei Bambini e delle Bambine”.
Anche qui debbo riconoscere l’invenzione di Daniela, alla quale venne affidata l’illustrazione del progetto, si presentò alla commissione nazionale con una valigia di cartone dove aveva posto tutte le immagini ed i documenti di una esperienza sociale partecipata unica, dimostrando l’importanza della biodiversità e della sua tutela e valorizzazione che nell’ ex paese minerario non poteva che essere un grande insegnamento ed una nuova prospettiva di vita.
Daniela propose al suo paese adottivo, appena uscito da epopea mineraria, un nuovo modello di vita e di sviluppo imperniato sulla condivisione e la partecipazione, dove anche lo scarto compreso quello umano poteva e doveva essere una risorsa per la comunità.
Gli esempi sono tanti dal riuso della lana di pecora da sempre considerato uno scarto ingombrante che diventa materia isolante per l’edilizia o cravatte per l’alta moda, così come le antiche essenze naturali utilizzate per la colorazione del vestiario diventano anche fondamentali componenti per nuove linee di tinture per interni ed esterni, eliminando così gli additivi chimici sino all’ora utilizzati.
Certo non tutti capirono Daniela e l’azione posta in essere con la Banca del Tempo, ma lei indomita ha proseguito la sua ricerca e studio con caparbietà, facendo tesoro dei saperi che in quegli anni aveva acquisito con grande entusiasmo, i risultati ne danno piena testimonianza compreso quest’ultimo, chiamata alla guida italiana della più grossa organizzazione mondiale in difesa dell’ambiente.
Auguri Daniela, buon lavoro!