La magia della Cattedrale e l’orgoglio di essere sardi_di Antonio Delitala
Ho partecipato a tante presentazioni di libri. Ho assistito a tante inaugurazioni di mostre, monumenti e edifici pubblici con curiosità, rispetto e consapevolezza del momento, che significava rendere “un valore” fruibile a tutti.
Di recente ho assistito alla presentazione di un libro, come ho fatto tante volte, ma ciò che ho sentito ed imparato è andato aldilà di ogni mia iniziale immaginazione. Si tratta di un libro “guida “ sulla Cattedrale di Santa Maria, chiamata dai cagliaritani “ Sa Cattedrali”, scritto dalla Prof.ssa Anna Palmieri Lallai ed edito da GIA di Giorgio Ariu —editore. Con le parole di presentazione del libro della Prof.ssa Palmieri si è aperto un mondo sconosciuto , uno scrigno pieno di gemme storiche e architettoniche. Sono andata in “ Cattedrale” tantissime volte e mi rendo conto che ero cieca o quantomeno afflitta da una fortissima miopia, perché incapace di vedere tutto ciò che vi è contenuto. Sopratutto mi rendo conto che ero ignorante e incapace di leggere ciò che le opere d’arte e architettoniche, lì sotto gli occhi di tutti, contengono.
In questa Cattedrale sono passati 800 anni di storia sarda. A partire dai Pisani, quando la capitale del Giudicato di Cagliari era Santa Igea o Santa Gilla, commercianti guerrieri che si stabilirono in quella altura che divenne il Castrum Calaritani, per poi passare attraverso i Catalani, gli spagnoli, gli austriaci, i piemontesi, fino all’Italia di oggi. In questa Cattedrale sono transitati conquistatori, invasori, schiavi, regnanti e governatori, viceré e presidenti. Gli eventi storici che hanno segnato la storia della Sardegna e di Cagliari sono scritti e leggibili nei muri, nelle colonne , nelle opere architettoniche presenti, sono presenti negli stili architettonici delle strutture. È evidente la testimonianza storica in ogni opera d’arte, targa, altare e cappella della Chiesa.
Ascoltare le parole dei tre oratori presenti, il Parroco, l’editore Ariu e la Professoressa Palmieri è stato come assistere all’apertura di uno scrigno colmo di gemme. Sentire per sommi tratti la descrizione dei tesori contenuti mi ha sommersa di meraviglia, con la consapevolezza di aver ignorato tante testimonianze. Sopratutto mi ha riempita di orgoglio e di certezza di abitare in una città, e in una terra, senza rivali.
Ho girovagato per tanti paesi, ho visitato tante chiese conosciute, rinomate e pubblicizzate pesantemente su libri e guide internazionali, ma devo dire che la Cattedrale di Cagliari non è seconda a nessuna, anzi: rispetto ad altre è tanto, tanto più ricca. Le opere d’arte in essa contenuta hanno un pregio incredibile, pur essendo per la maggior parte barocche: il barocco di per se è pesante, ma queste hanno un’eleganza e un’armonia che non disturba l’animo e non impedisce quel raccoglimento che una persona cerca in chiesa per pregare. Una geomanzia di forme e di colori a cui si aggiunge il valore intrinseco dell’opera d’arte.
Un grande tesoro appartiene ai cagliaritani e a tutti i sardi, un grande tesoro che ci rende ancora più orgogliosi di essere sardi e che ci obbliga a far conoscere a tutti i popoli questi valori, perché le opere d’arte appartengono all’umanità.
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