Settembre 19, 2024

La melodia del silenzio e l’attrazione per il mare di Sardegna. Marco Marujo Renna ci racconta la sua musica_di Simonetta Columbu

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Ciao Marco, sei un musicista percussionista nato Puglia, spostatosi a Milano, poi in Brasile ed approdato ora nell’isola più bella e mistica del mondo: la Sardegna. Come mai? Questa terra è già stata capace di ispirare la tua musica?

Sono arrivato in Sardegna circa 4 anni fa.. Ovviamente come tanti attirato dal mare. Ma, oltre al mare che amo, ho scoperto un entroterra meraviglioso, magico e ancestrale che non immaginavo, non conoscevo e che mi sta dando molti nuovi stimoli dal punto di vista compositivo.

Come mai le percussioni?

Ho iniziato con la batteria stimolato da un grandissimo batterista e amico d’infanzia, Walter Calloni. Poi ha incominciato ad incuriosirmi la possibilità di spaziare su una gamma di suoni ancora più vasta. Immagina tutte le sonorità che ci sono tra il suono di un bicchiere di cristallo toccato con un unghia e il rombo sordo di un tuono. Inoltre le percussioni sono presenti in tutte le culture ed etnie del mondo e mi permettono di studiare e suonare tipi di musica totalmente diversi tra loro.

È possibile creare musica con quasi ogni oggetto che ci circonda?

Assolutamente sì!! E’ un discorso storico – antropologico: l’uomo primitivo scoprì la musica in modo spontaneo, ascoltando i suoni della natura e il suono della sua voce. Chiudi gli occhi per un attimo e immagina il sibilo del vento, il ticchettio della pioggia, il crepitio del fuoco o lo sciabordio del mare. Il girare di un frullatore o un insieme di clacson che suonano. Tutte queste sequenze sonore hanno un ritmo che è il fondamento della musica.

Hai inciso la tua musica in un cd, non credi che di questi tempi quest’oggetto sia ‘’superato’’?

Dopo anni di collaborazioni con molti musicisti, ho registrato grazie anche alla produzione di Vanni Stefanini ENCONTRO DAS AGUAS il primo CD a mio nome. « Encontro » . Un album concept nato dopo vari viaggi in Brasile alla scoperta di tantissimi altri ritmi oltre al Samba. Ci tenevo molto, non solo ad incidere il cd, ma anche ad altre sue componenti: la copertina, il libretto allegato con i testi, altre note e spiegazioni. In questo modo il cd non rappresenta solo musica, ma un viaggio. I vinili, che hanno queste caratteristiche, stanno ora ri-attirando l’attenzione dei giovani.

Tu ne possiedi qualcuno?

Sì, un centinaio direi. Ricordo molto bene quando da ragazzo trascorrevo ore ed ore ad ascoltarli leggendo i testi (ne ricordo molti a memoria ancora adesso) e fantasticando con le foto e i disegni di copertina.

La musica che componi è per te o per gli altri?

La musica che compongo è di mio gusto. Non cerco certo di produrre qualcosa che non mi appartiene. Va da sé, che se stai suonando dal vivo e ti piace quello che stai suonando, le vibrazioni positive che emetti giungono tali anche all’ascoltatore. \ Marco, ma è più evocativo il silenzio o la musica? Il silenzio e la musica sono entrambi evocativi. Non sono in contrapposizione. La musica è fatta da un’alternanza di suoni e silenzi, le cosiddette pause, che hanno lo stesso valore dei suoni.

Grazie Marco! 

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